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Giuseppe Barile Editore
la Mandragora
collana di testi della tradizione letteraria del Mezzogiorno d’Italia
diretta da Raffaele Nigro
pubblizione
Giovanni Antonio Antodari
Gesti d’Aragonesi et di Sforceschi
A cura di Raffaele Nigro
Conservato presso la Biblioteca Nazionale “Marciana” di Venezia, e proveniente dalla libreria di Apostolo Zeno, il bel manoscritto del poema di Giovanni Antonio Antodari viene per la prima volta pubblicato nella collana ‘la mandrogara’, in collaborazione con la Biblioteca Comunale “Joseph and Mary Agostine Library” di Palazzo San Gervasio: in esso si racconta delle guerre che si scatenarono nel Regno di Napoli, all’indomani della caduta di Manfredi di Svevia, fino alla incoronazione di Filippo II.
Gesti d’Aragonesi et di Sforceschi è un poema epico dell’inizio della seconda metà del Cinquecento, composto di sei canti, ognuno in ottave di ternari alternati, con coda a rima baciata. Ogni canto è introdotto da un breve riassunto in prosa. Nelle prime due strofe di ognuno di essi il poeta di Montescaglioso si concede una riflessione che ci offre la sua idea del mondo, della visione generale della morale e dei valori, la sua posizione in tema di filosofia e di fede, secondo una moda strutturale invalsa già con il Boiardo e l’Ariosto.
Antodari, nato a Montescagioso, in provincia di Matera, è vissuto per molti anni a Gravina di Puglia come precettore in casa Orsini. Scrisse prima del 1557 questo poema in volgare per celebrare le famiglie degli Sforza e degli Aragona, dalle quali discendeva Bona Sforza, signora di Bari.
I referenti mai citati del poema sono sicuramente le cronache dei fratelli Matteo e Giovanni Villani e rappresenta per la Lucania e il Mezzogiorno una tappa interessante nell’evoluzione della scrittura e delle forme letterarie.
Peccato che, ad oggi, di questa evoluzione nessuno abbia ancòra preso coscienza: evidentemente, i pur importanti giacimenti petroliferi ci rendono impermeabili alla conoscenza di quelli letterari.
Ean 978.88.85425.54.2 – 2006
Un libro di 252 pagine, in-8º maggiore, f.to 18x22.5 cm
Allestimento in cartonato, con cucitura a filo refe; prezzo di copertina: 25,00 euro
Luigi Tansillo
Il vendemmiatore
Sopra le stanze degli horti delle donne…
A cura di José Graciliano Gonzales
Il secondo volume della collana ‘la mandragora’ è Il vendemmiatore di Luigi Tansillo, nato a Venosa nel 1510, opera giovanile dei ‘versi a dispetto’ (i d’strott è il termine dialettale che li definisce e ancora oggi li ricorda tra contadini del Sud), versi che i vendemmiatori si scambiavano tra i filari di viti. Immediato il successo e altrettanto immediata la reazione degli ambienti ecclesiastici per la componente licenziosa del poema: per questo l’opera ebbe una diffusione clandestina e manoscritta e conobbe varie edizioni, fitte di varianti e di aggiunte autografe e apocrife.
Il curatore del libro, Graciliano Gonzales, docente di italianistica all’Università di Caceres, è autore di pregevoli studi sulla fortuna letteraria del Tansillo in Spagna e ha condotto una accurata ricerca sul Canzoniere inedito del poeta venosino raccolto da Erasmo Percopo.
Ean 978.88.85425.xxx – 2008
Un libro di XXVIII + 228 pagine, in-8º, f.to 18x22.5 cm
Legatura in cartonato, cucito a filo refe; prezzo di copertina: 25,00 euro
Notar Domenico da Gravina
Chronicon de rebus in Apulia gestis
A cura di Giovanna Montrone
“E in verità fu abbastanza straordinario che così pochi Ungheresi avessero superato in battaglia una così gran moltitudine di nemici. Pertanto i poveri prigionieri furono condotti alle capanne di coloro che li avevano catturati e là furono sottoposti a supplizi e continue torture, finché ognuno riscattò il proprio corpo con denaro: e continuamente legati giorno e notte i poveretti furono torturati. Di loro rimase solo un grido inumano”.
È questo l’ultimo paragrafo di senso compiuto, prima della mutila conclusione, così come acefalo ne è l’avvio, del manoscritto membranaceo Chronicon de rebus in Apulia gestis, oggi conservato presso la Osterreichische Nationalbibliotek di Vienna. La Cronaca è una delle poche testimonianze letterarie del Mezzogiorno d’Italia sopravvissute alla incuria del tempo, almeno relativamente al periodo del Duecento e del Trecento; in essa notar Domenico da Gravina narra fatti quotidiani riportati non senza una disinvolta partigianeria. Le vicissitudini subìte a causa della miglior fortuna dei nemici politici del cronista consentono al lettore di entrare nella rappresentazione della quotidianità di vita e nei continui capovolgimenti dei fronti di guerra in quel periodo del Regno di Napoli governato dalla regina Giovanna, nei libri di storia ricordata come la pazza, forse anche per aver fatto strangolare lo sposo Andrea d’Ungheria. A séguito di questo omicidio, il fratello di quest’ultimo, Luigi, invase il Regno, saccheggiando città e campagne e il notaio, – parte in causa, tanto che lo ritroviamo, nel 1349, esule a Bitonto – cacciato dalla fazione politica che patteggia per la regina, comincia a scrivere dei suoi ricordi di guerra, a partire dal 1333 e per circa venti anni ancora.
Ean 978.88.85425.61.3 - 2008
Un libro di L + 452 pagine, in-8º, f.to 18x22.5 cm
Cartonato; prezzo di copertina: 45,00 euro
Memorie
dell’abate don Bonifacio Pecorone
della città di Saponara
musico della Real Cappella
di Napoli
a cura di Dinko Fabris
Stampate a Napoli nel 1729, le circa cento pagine delle Memorie raccontano lo svolgimento dell’intera esistenza di Benedetto Pecorone, il cui nome di famiglia era originariamente Petrone, nato il 2 aprile 1679 nella cittadina di Saponara, oggi Grumento Nova, in Basilicata, e morto nel marzo 1734 a Napoli, dopo aver raggiunto un duplice status di tutto rispetto nella società napoletana, in quanto sacerdote e, soprattutto, quale musicista. Per arrivare a questo traguardo, come possiamo leggere nelle sue Memorie, Pecorone dovette affrontare il difficile ‘sistema’ di clientele dal quale dipendeva la carriera di un musicista proveniente dalla provincia nella Capitale.
La spregiudicatezza e a volte il cinismo con cui il nostro protagonista descrive questo sistema, così come la diseguaglianza sociale e la fragilità della giustizia che sfociano in aperta corruzione, rendono straordinariamente moderno e familiare il suo linguaggio. Pecorone è tuttavia perfettamente inserito nell’ingranaggio sociale che descrive e lo accetta con l’imperturbabile serenità dell’uomo che vive nel pieno ancien régime, peraltro sotto la protezione della tonaca religiosa, convinto che l’ordine delle cose sia il migliore possibile.
Ean 978.88.85425.61.3 - 2017
un libro di L + 452 pagine in -8º, f.to di cm. 18x22,5
legatura in cartonato, cucito a filo refe
prezzo di copertina: 25,00 euro